KANJI 漢字

lino961 February 27 2022 at 17:52
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Kanji, questo bellissimo, elegante, misterioso, incredibile, e problematico da apprendere, carattere, come sappiamo, qui siamo alle solite, con " sappiamo " intendo quelli che di Giappone non sono solo semplici ammiratori, dicevo, sappiamo che questo carattere fu introdotto in Giappone dalla Cina dal III° Sec. d.C., ma sono cominciati ad essere usati solo dal V° Sec., prima di questa epoca i giapponesi non avevano una vera forma di scrittura, il loro scrivere, partendo dal periodo Kamakura, si affidava ai mitici Jindai moji 神代文字

" Caratteri dell' Epoca degli Dei ", i caratteri cinesi con il loro arrivo determinarono una rivoluzione culturale ma anche una enorme ondata di problemi inerenti alla fonetica, al significato, alla sintassi, alla pronuncia, insomma, grande possibilità di crescita ma anche una situazione frustrante dato che bisognava adattarli alla lingua autoctona, per risolvere l'ardua questione i giapponesi crearono il Kanji kana majiri bun 漢字仮名交じり文, questo sistema mette nella stessa frase i caratteri Hiragana, Katakana e Kanji, però qui mi fermo per quello che riguarda la storia, che magari completerò in un'altra occasione.

Questo articolo invece parla di una questione che frequentemente salta alla ribalta ogni qual volta ce in ballo una riforma della scuola, in Giappone fin dal 1946 ce sempre stato un adeguamento allo studio della lingua che ha portato via via modifiche alcune volte lievi e alcune volte traumatiche, a causa di queste continue decisioni di cambiamento e adeguamento si è cominciata ad insinuarsi l'idea della possibilità di poter togliere completamente il Kanji dalla lingua giapponese e far restate solo la componente Hiragana e Katakana così da rendere la lingua più facile da apprendere, non solo per i giapponesi, ma anche per gli stranieri, e dato che la lingua giapponese è agglutinante il discorso potrebbe essere preso in considerazione, ma le cose stanno diversamente, il Kanji nonostante le proposte e gli impegni di molti ad appoggiare le tesi contro i Kanji, ci si accorge che i soli sillabari Kana non sono assolutamente sufficienti per intavolare discorsi, parlare in modo da capirsi, insomma, senza i Kanji a creare il senso della frase è impossibile capirsi e così dal 1945 dopo continui cambiamenti e adattamenti, si è arrivato al 2010, ultimo ma non sarà l'ultimo, adeguamento, con il Joyo kangihyo 常用漢字表, che non solo ha mantenuto i kanji ma addirittura li ha aumentati portandoli dai 1945 iniziali ai 2136 attuali con i 214 Bushu 部首, radicali, detto questo, ma chiaramente non è tutto, si possono fare delle considerazioni, una tra tutte, l'eliminazione dei kanji porterebbe all'invitabile impoverimento e decadimento della cultura stessa del Giappone, perchè le generazioni giapponesi a venire senza l'apprendimento dei Kanji si ritroverebbero nella impossibilità di capire e studiare la letteratura antica e moderna, l'utilizzo solo dei Kana distruggerebbe alla base il sistema scolastico e accademico, la letteratura subirebbe un impoverimento ideologico senza precedenti, e se poi si porta la cosa su un piano più di intrattenimento, i teatri dove si recita il Kabuki, il Noh, Kyogen, Bunraku sparirebbero definitivamente provocando una catastrofe culturale, ecco secondo me cose si rischierebbe, mi piacerebbe sapere come voi che avete letto queste righe pensate di questo argomento.

Nell'immagine i kanji che indicano la " parola" Bushido, si noti la spettacolare bellezza ed eleganza di questi kanji, davvero stupendi.....!



Annac and Alain like this.
Complimenti davvero un bell’articolo. Mi trovo molto d’accordo con quello che scrivi, che per fortuna è anche la linea ufficiale sulla questione. Credo che fare qualcosa come quello che è avvenuto in Corea con gli hanja, sostanzialmente caduti in disuso, sia non solo complicatissimo, ma nemmeno auspicabile. I kanji sono parte integrante della cultura giapponese e forse parte della ricchezza visiva ed immaginaria che ha questo popolo è anche dovuta all’uso dei kanji, sintesi mirabile di immagine e semantica. Parlavo un po’ di tempo fa con un mio nuovo amico (spero 😀 di nome Diego che fa vari seminari di lingua Italiana in Giappone e pubblica raccolte di haiku in Giapponese, questo ragazzo si occupa anche di grafica e ho trovato curioso il fatto che mi abbia scritto una volta: “lavoro in entrambi i casi con il segno grafico” riferendosi sia alla sua produzione letteraria che artistica, riflettendoci ora c’è in questa dichiarazione chiara la sua percezione dei kanji non solo come testo, ma anche in quanto forma, bellezza, armonia. Inoltre è scientificamente provato che l’uso dei kanji da ai giapponesi o a chi li usa frequentemente della capacità intellettive superiori, stimolando particolari aree del cervello, come palline mentali di saroban speciali e immensamente più potenti per le creazioni intellettuali https://calcolomentale.wordpress.com/2012/02/22/calcolo-mentale-e-soroban-lantico-abaco-giapponese/
L’unico vantaggio dell’eliminazione dei kanji sarebbe forse per quanto riguarda l’inserimento del giapponese in documenti elettronici. Ma con la sempre maggiore diffusione di dispositivi che riconoscono direttamente la grafia, tavolette grafiche, penne elettroniche e quant’altro questo problema è in gran parte mitigato. Anzi per certi versi per un software è molto più facile riconoscere il rigoroso tratteggio (direzione, sequenza dei tratti) dei kanji di quanto non avvenga con la variabilità presente nelle altre lingue. Voi cosa ne pensate ? Attendo con grande curiosità le vostre considerazioni sull’articolo di Lino 😉
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Sono uno dei tanti ammiratori della cultura nipponica, cresciuto a pane, manga e robottoni, quindi so poco della storia della loro scrittura, ma l'ho sempre trovata affascinante, e mi ricordo bene la scritta alla fine di ogni anime つづく (in hiragana) oppure 続く (in kanji), che pensavo erroneamente significasse FINE e invece significa CONTINUA. Faccio questa piccola premessa solo per dire che la mia conoscenza della cultura giapponese è ancora estremamente limitata, concordo in pieno con i rischi paventati all'impoverimento della cultura giapponese, se venisse meno il kanji, e credo che una resistenza su questo punto apparentemente secondario, possa essere un buon argine all'appiattimento a cui stiamo andando incontro da decenni, dovuto alla politica globalista, che sembra inarrestabile, e che tende ad uniformare tutte le culture del mondo, sostituendo culture millenarie delle nazioni, con un pensiero unico e uniformato piu' facile da gestire. Mi ha inoltre molto colpito l'argomento "scrittura degli dei" ovvero la "presunta" scrittura originaria, prima dell'arrivo di quella dal continente, e che vedo su fonti come wikipedia (sempre da verificare), viene contestata, adducendo la mancanza di prove archeologiche e filologiche. Questa vicenda mi ha ricordato che in questi recenti anni è in corso un dibattito diciamo in qualche modo simile, anche in Italia, sulla antichissima "scrittura" lineare in Sardegna, che sarebbe molto antecedente a quelle conosciute e accettate dagli storici accademici, ovvero l'Etrusco, il Latino, ecc.. e gli archeologi tradizionalisti, si rifiutano addirittura di riconoscere alla "lineare" lo status di scrittura, tra l'altro anche la Sardegna è una grande isola con una storia millenaria alle spalle e in qualche modo forse ha delle vaghe affinità culturali con il Giappone. Concludendo, spero che non vada perso il Kanji perchè se continuera' questa tendenza ad appiattire, uniformare, e semplificare sempre tutto e tutti, arriveremo al punto di comunicare solo con gli emoji e forse ci siamo gia' vicini in molti casi. Lunga vita al Kanji! ^_^
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