IT Takeshi Kitano

Alain November 17 at 19:45
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Takeshi Kitano, noto anche con lo pseudonimo di Beat Takeshi (北野 武?, Kitano Takeshi; Tokyo, 18 gennaio 1947) è probabilmente uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Nasce e diviene molto popolare come comico e in quel ruolo secondo me nemmeno fa ridere; almeno in base ai canoni occidentali.

Poi ad un certo punto della carriera durante le riprese di Violent Cop, dove era stato scritturato come attore, il regista designato rinuncia. Così che Kitano si propone quale sostituto, motivando il tutto più o meno come: "non l'ho mai fatto ci voglio provare". Ne viene fuori un bel film intenso e che già contiene tutte le tematiche del Kitano più maturo; forse però non un capolavoro.

In crescendo con il film Il silenzio sul mare, che segna la mirabile collaborazione artistica con il compositore Joe Hisaishi; quello anche delle musiche dello Studio Ghibli per intenderci. Silenzio sul mare però è forse in una categoria a se stante trattandosi di un film muto, dove entrambi i protagonisti sono sordomuti. Imperdibile Sonatine. Ma paradossalmente il meglio Kitano lo dà dopo aver toccato il fondo in accordo con la pratica Giapponese del Kintsugi, in cui si cola oro nelle ferite.

Dopo un film demenziale e assurdo che comunque io ho visto, Getting Any, Kitano ha un gravissimo incidente ubriaco alla guida della sua moto. Ne segue una lunghissima convalescenza che lo segna profondamente nel fisico, lasciandogli un'emiparesi al volto che conserva tutt'ora; conferendogli quell'espressione particolare.

Con il ritorno alla regia Kitano esordisce con un capolavoro Kids Return, che è anche un film fondamentale per comprenderne la personalità, trattandosi di un film quasi interamente autobiografico, che tratta degli esordi del regista come comico, della sua vicinanza alla Yakuza da ragazzo, e della sua gioventù come praticante di boxe. Il regista si sdoppia in due ma forse anche in tre differenti personaggi per raccontare le vicende della sua vita ma pur sempre di una autobiografia di Kitano si tratta.

A seguire il bellissimo e toccante Hana-bi, che fa riferimento anche alla notevole produzione pittorica intrapresa durante la malattia. Ma ci meravigliamo di tutti questi talenti?!

No! D'altronde anche Musashi era un poeta ed un pittore straordinario (Libro dei 5 anelli, terzo precetto: “studia tutte le arti”). Aggiungo che Kitano ha tantissime altre abilità che trovate facilmente su internet.

Comunque si arriva così al poetico e parzialmente surreale L'Estate di Kikujiro del 1999 e al meraviglioso Dolls, che è un film che parla della società giapponese e dei rapporti interpersonali, il tutto immerso in una struggente liricità ed estetica del dolore tipicamente giapponese. In cui si fa riferimento anche alla famosa leggenda del filo rosso del destino.

Per finire, Dolls ha una fotografia inarrivabile e ho letto da qualche parte che in quel film Kitano non sbaglia un'inquadratura. Quanto è vero: è un film assolutamente perfetto.


Continua…


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