Tutti abbiamo appreso del recente assassinio dell'ex-primo ministro Abe. In occidente molti hanno speso parole di elogio e commiato. Tuttavia, diversi miei amici giapponesi hanno postato in parte o integralmente l'articolo qui sotto. Come sapete, la mia conoscenza del giapponese è ridicola, ma riesco a capire anch'io che è un discorso molto critico su Abe. In occidente, tuttavia, questo contrappunto critico alle dichiarazioni di elogio non si è proprio sentito. http://www.labornetjp.org/news/2022/0710koide?fbclid=IwAR2wLYtke1tzD1MKVAz54ciOQU-ouVjN7eJan5TkWq8qSzpSbTa8-Iw53Dk「アベさんに対する銃撃について思うこと」小出裕章
Sì un politico controverso. In occidente si è preferito tagliare corto ed elogiarne solo i meriti, credo anche per la drammaticità e insensatezza di quello che è accaduto. Anch'io ho preferito dare semplicemente la notizia, per quei pochi che non ne fossero al corrente, senza addentrarmi in altre considerazioni, anche per mancanza di una conoscenza approfondita della biografia e dell'attività politica di Abe. Però hai fatto molto bene a mettere il link all'articolo e ti ringrazio molto. Pur nel rispetto della memoria di Abe Shinzo è sempre importante approfondire, e confrontarsi su certi temi; senza idee precostituite
Alain anche io volevo riportare l'opinione senza azzardare un giudizio personale. Tuttavia è chiaro che, per alcuni giapponesi, Abe è un nervo scoperto. Raramente ho visto dei giapoonesi essere così diretti nell'esprimere le proprie opinioni, soprattutto verso degli occidentali appena conosciuti. Sono rimasto un po' perplesso. Per questo ritenevo giusto dar voce anche anche a questa insofferenza...
Molto interessante. Però secondo me la verità è che le differenze nel socializzare ci sono. Ma molte meno di quanto si creda. Alla fine siamo anche molto simili. Insomma non parlerei di giapponesi come un lotto unico. Aver conosciuto due giapponesi a Sendai che si comportavano in un certo modo non fa una statistica (parlo dell'autore). Opinione personale: l'articolo è abbastanza vero. Ma non tiene molto conto delle ampissime differenze individuali, che ci sono tra una persona e l'altra. Alla fine non cerchiamo anche noi occidentali un'amicizia sincera e disinteressata, chi vorrebbe conoscere qualcuno che si mostra amichevole solo per convenienza!? Mediamente i giapponesi hanno tempi più lunghi e valutano uno stile di comunicazione troppo estroverso come un po' aggressivo. Per quello non lo gradiscono. Per mia esperienza i giapponesi sono molto più severi con loro stessi che con gli stranieri, a cui spesso giustificano senza problemi quelle che possono apparire ai loro occhi come delle piccole stravaganze. Però sono mediamente più introversi di noi e fanno un po' di fatica ad aprirsi per cui hanno bisogno di tempi un po' più lunghi e di non sentirsi giudicati. Una comunicazione molto espansiva li può far sentire sotto pressione e in qualche modo in pericolo, per cui intimidirli ancora di più. Anche qualora intuiscano che la persona è anche autenticamente gentile oltre che amichevole. Per questo motivo e anche per "l' ottimizzazione del tempo" 😄concedono la loro amicizia solo quando ritengono che lo sforzo di mettersi un po' in gioco valga davvero la pena. Inoltre, e questo è verissimo, sanno sentire molto più di noi in profondità la vera natura delle persone. Ma qui mi sa che hanno in molti una sensibilità giapponese, anche gli italiani 🤣 per cui questa caratteristica ce l'abbiamo un po' anche noi
annApurna sì l'idea era appunto quella, indicare un percorso con tutti gli ausili del caso, che poi corrisponde al programma degli esami N5 ed N4, con vari contributi che ci aiutino a migliorare nel tempo e rendere l'esperienza più ricca e gratificante possibile. Visto che le persone si iscriveranno al corso in momenti differenti, con esigenze, tempo a disposizione e conoscenza della lingua diverse, non sarebbe nemmeno auspicabile avere una classe tradizionale in cui ad una certa ora si fa lezione e si progredisce tutti insieme. Ci sono modalità più efficenti. Gli iscritti decideranno di innestarsi in punti differenti del corso, non necessariamente all'inizio. Questo però secondo me non è per nulla un male, anzi utile per non perdere tempo su cose che già si conoscono e anche poter contare sull'aiuto di chi, poco prima di noi, ha avuto le stesse incertezze e ha trovato il modo di risolverle. Queste esperienze dovrebbero divertare, piccoli agganci lasciati lì per aiutare gli altri nel progredire più speditamente. Queste mini interventi, insieme ai contributi di chi invece il giapponese lo conosce molto bene dovrebbero permetterci di fare tutti insieme qualcosa di molto figo, almeno speriamo 😅 In fin dei conti anche per scalare il Fujisan ci sono delle ferrate; almeno così mi è stato detto. 😄. Insomma vorremmo che vi sentiste veramente parte di qualcosa di bello e nessuno verrà mai lasciato solo. Ma allo stesso tempo il percorso è anche individuale e cercheremo di non interferire con questo, ma solo di affiancarlo e favorirlo, senza rotture di scatole. Genki.... dici delle cose molto utili ed interessanti. Quindi stiamo già partendo... 🤣. Non conosco il Genki. Ma Tommaso in Giappone in un suo video in cui spiega come ha imparato il giapponese ne parla. Casomai lo trovo e posto il video sul gruppo, che a brevissimo ci sarà e continuiamo lì
Spero possa interessare: un video dove Yoshimichi Hamada, che suona il cornetto ed il flauto nella versione giapponese di Country Road che appare nell'anime "whisper of the heart"/"I sospiri del mio cuore"/耳をすまえば di Miyazaki, parla della sua esperienza e propone una nuova versione della canzone.
Tra l'altro avevo già Hamada-san tra le mie amicizie di FB per altre ragioni (musicali). Me lo ha detto lui di aver suonato per il film, alrrimenti non lo avrei mai saputo 😂. Il video me lo ha segnalato lui stesso.
Annac Grazie. Sai, tempo addietro lessi il messaggio di una giapponese che commentava riguardo ad una certa "esuberanza" degli occidentali nel chiedere l'amicizia ai propri compaesani. Si lamentava del fatto che molti occidentali sembrano considerare la "giapponesità" come una ragione sufficiente per stringere amicizia, come se le singole identità degli individui non contassero nulla. Questo è certamente vero. Andava avanti dicendo che dovrebbero essere gli occidentali a fare lo sforzo di farsi capire, imparando la lingua, rispettare le abitudini e via discorrendo. Al momento trovai il messaggio molto sprezzante ed egoistico: questa idea dello sforzo unilaterale non mi sembrava molto compatibile col concetto di amicizia, che è un rapporto paritetico. Però poi ho dovuto convenire che non avesse torto su tutto. La cultura giapponese è così affascinante proprio perché è riuscita a preservare certi tratti caratteristici, e ciò è avvenuto anche grazie alla propria "chiusura" linguistico-culturale. Tutto quello che proviene dall'esterno viene reinterpretato, isolato, "metabolizzato". L'"occidentalità" evidentemente è un veleno che i giapponesi (o una consistente parte di essi) riescono ad assumere solo in piccole dosi e con certe modalità, per non risultare fatale. Non riesco a spiegare le parole che ho letto in altra maniera.
Buongiorno a tutti, sono un nuovo iscritto. Perdonate ka mia lentezza ad interagire: sto ancora prendendo dimestichezza con l'app. Di professione sono titolare du un negozio di musica/dischi. E' praticamente tutta la vita che sono in contatto con la cultura giapponese... Ma, nonostante questo, non ho mai imparato la lingua. Da tre settimane sto cercando di impararlo un po' da autodidatta (si, mi hanno già avvertito dei rischi ).